sabato 25 agosto 2012

Un nuovo paese

Un nuovo paese: Per secoli secoli la vita dei piccoli paesi si imperniava su un'idea piuttosto rigida di solidarietà che prevedeva un'unità attraverso il conformismo sociale. Ci si arrivava anche grazie a un rigido controllo sociale che prevedeva modelli di vita chiari e definiti, escludendo qualsiasi ambiguità.
Oggi invece l'unità di un piccolo paese dovrebbe essere concepita in modo diverso: un'unità nella diversità.
Insomma scelte diverse all'interno di una comunità dovrebbero essere accettate o perlomeno tollerate. Indubbiamente questo non significa fare quello che si vuole. La convivenza di un gruppo di persone presuppone sempre dei limiti, nel senso che una libertà assoluta non esiste. Certamente però un margine di libertà nelle scelte di vita individuale o famigliare deve essere comunque considerata. Tenendo presente anche che le scelte responsabili delle persone sono una garanzia di maturità per le persone stesse.
Io sono convinto che a tutto questo nei nostri piccoli paesi non siamo ancora arrivati. Molti di noi vivono in questi anni come in una sorta di  inerzia, di pigrizia mentale e a volte perfino di rinuncia alla vera vita. Ci si chiude perfino in un "guscio" di false certezze e si fanno cose del tutto inutili. Per di più, nei piccoli paesi si imitano  meccanicamente i modelli di vita cittadina: nemmeno questa è la strada giusta perché le nostre piccole comunità, per vari motivi, escludono questo tipo di vita.
Ma a un'unità che non esclude la diversità ci si arriverà col tempo, poiché è una strada obbligata che comunque garantisce un premio col tempo: una vita paesana più stimolante.

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