Indubbiamente in questi anni si vive molto meglio che prima dell'ultima guerra, negli anni '30 oppure dopo negli '50. La maggioranza della popolazione vive in case o appartamenti confortevoli e bene riscaldati in inverno. Però con l'arrivo degli anni '90 si è aperta un fase di recessione dell'economia, molto spesso agricola, che ha portato alla stagnazione, con una crescita dell'economia molto fiacca che ha finito per causare col passare degli anni un deterioramento della qualità della vita, rispetto ai due decenni precedenti. Tra l'altro, la società dei piccoli paesi vede oggi allungarsi la vita dei suoi abitanti, mentre diminuisce il numero dei giovani e dei bambini nati. Come conseguenza, ne risulta l'invecchiamento della popolazione e l'impossibilità di risalire la china che ha portato al calo degli abitanti delle comunità paesane. Il ricambio generazionale è quindi insufficiente e le attività di paese sono irremediabilmente compromesse.
Peraltro,attualmente nei piccoli centri, manca la continuità di molte iniziative che hanno come scopo di soddisfare i bisogni umani delle comunità paesane: la grave crisi economica negli ultimi due anni rischia di peggiorare una situazione che è già di grande fragilità.
Una possibile via d'uscita rimane nell'impegno delle autorità civili e religiose, nella loro capacità a "scuotere" con iniziative valide e tempestive la loro gente, nel dare loro una mossa, in modo che si convincano a muoversi e ad agire. Nemmeno questo però è facile da realizzare.
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