lunedì 8 ottobre 2012
L'autunno è stagione morta
Oggi l'autunno è diventato una stagione morta anche nei piccoli paesi. Si lavora: chi è imprenditore, chi dirigente, oppure altri lavorano come impiegati di banca, altri sono insegnanti e così via. Si lavora e spesso si pensa alle prossime vacanze che saranno quelle natalizie. Natale rimane, oltre che festa religiosa, una festa per la famiglia. Ci si incontra tutti per il pranzo natalizio o di Santo Stefano, pranzi abbondanti, due o tre volte di più, rispetto ai pranzi normali. E' inevitabile che una delle conseguenze sia una salita del colesterolo o della glicemia. Comunque tutto questo è compensato dal fatto che si sta in compagnia: si riscopre il piacere di stare assieme e di discutere con calma. Insomma i due mesi autunnali, Ottobre e Novembre, sono mesi riservati al lavoro, a pieno ritmo, mesi fitti di impegni, con un attimo di respiro solo nei primi due giorni di Novembre, con la festa di Tutti i Santi, quando si va al cimitero in visita ai propri defunti. Un atto dovuto ai nostri famigliari scomparsi, nonni o genitori, o altri della famiglia. Dunque oggi anche nei piccoli paesi di campagna si fa una vita simile, per molti aspetti, a quella di una grande città. Con quasi sempre il vantaggio di vivere in un ambiente meno inquinato, più tranquillo, con meno rumori. I piccoli centri di provincia sono naturalmente più adatti per chi vuole riposare. Purtroppo la recente crisi che ormai si trascina da qualche anno, anche nei paesi piccoli riporta a galla i vecchi problemi: la disoccupazione,la difficoltà di trovare lavoro per i più giovani, le carenze delle pensioni, l'inadeguatezza dei servizi pubblici, e altri problemi che sono di attualità in città. Per quanto riguarda l'agricoltura, essa è ormai praticata da pochi a tempo pieno. L'autunno per i contadini di oggi è da novembre in poi stagione di riposo. Un certo numero di persone, soprattutto i pensionati, diventano agricoltori nel tempo libero. Lavorano nei frutteti che sono stati dei loro genitori. Il secondo lavoro permette a volte di arrotondare i guadagni del primo. Toglie però spazio al riposo che a volte è vitale.
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