mercoledì 5 novembre 2014

La montagna nel Medioevo

La montagna e l'alta montagna  nel Medioevo non era considerata. Eppure anche Stazzona come gli altri paesi della provincia di Sondrio traevano risorse importante dalla montagna. Ad esempio nell'ambito del medievale comune di Stazzona, tra il 1200 e il 1400 erano importanti piccolissimi villaggi come Marto, Musciano, che però erano sui primi contrafforti delle Retiche meridionali, e San Rocco che però era  in parte proprietà di Tirano,  comunque, queste "contrade", come si chiamavano negli ultimi secoli, avevano molti legami con Stazzona, la sede del comune, a fondovalle. La vera montagna per allora era l'alpeggio di Trivigno, a un'ora di strada da san Rocco, viaggiando a piedi.
Trivigno come pascoli dovevano esistere già dei pascoli nel 1400 e probabilmente qualche baita per l'alpeggio. Salire agli alpeggi era, ed è ancora, tradizione antica di tutto l'arco alpino. Ma i contadini, le persone istruite e i benestanti, non andavano in montagna . Sopra i 1500 o 1600 metri era praticamente il deserto. Occasionalmente di passaggio ci potevano arrivare cacciatori, della gente che cercava l'avventura o addirittura latitanti che si nascondevano alla giustizia.
Secondo la tradizione popolare le montagne erano anche la sede dei cosidetti "confinà" dei defunti che dovevano scontare una pena, per i gravissimi peccati commessi in vita. Ci potevano poi essere anche semplicemente dei fantasmi, chiamati in dialetto "spirit" o anche degli stregoni. Le guide turistiche dell'Ottocento, non parlano dei paesi di montagna. Si limitano a sottolineare che i loro abitanti sono poveracci, fanno capire che è meglio non andarci. Quasi sempre in montagna si trovavano anche gli stregoni da condannare a morte, per bruciare nei processi di stregoneria del 1500 o del 1600.

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