venerdì 26 settembre 2014

Foto della Stazzona di alcuni anni fa



















La maggior parte di queste foto sono state scattate attorno agli anni '90 del secolo scorso a Stazzona.

Most of these photos were taken around the 90s of last century at Stazzona.

Die meisten dieser Fotos wurden rund um die 90er Jahre des letzten Jahrhunderts in Stazzona genommen.
  
La plupart de ces photos ont été prises dans les années 90 du siècle dernier à Stazzona. 


La mayoría de estas fotos fueron tomadas alrededor de los años 90 del siglo pasado Stazzona.
 
Большинство из этих фотографий были сделаны около 90-х годах прошлого века Stazzona.

mercoledì 24 settembre 2014

parodossi: le difficoltà dei piccoli paesi

Può sembrare un paradosso, per ragioni diverse, nemmeno nei piccoli paesi ci si sente oggi a proprio agio. le ragioni possono essere diverse Semplificando le cose, vorrei dire che manca, nei piccoli comuni e nei piccoli paesi, quel "senso di comunità paesana", che fino all'inizio del Novecento era così vivo tra i nostri avi: una parte di quelli che ci vivono sembra si siano dimenticati di come si deve vivere bene nei piccoli centri, soprattutto non cerchiamo di conoscere le persone che abitano vicino a noi. abbiamo, diversamente dai nostri antenati, più del necessario per vivere, ma spesso molti di noi corrono dietro al superfluo. Ad esempio: viaggiare non significa diventare per forza dei giramondo, ma piuttosto, a mio parere, vedere ciò che interessa. Magari una sola volta all'anno. Detto questo, però, ognuno può viaggiare come crede. Viaggiare in modo saggio, significa, secondo me, soprattutto capire e osservare o rilassarsi. Se proprio si vuole parlare con la gente del posto, si può fare, senza criticare troppo le abitudini di vita locali. Un modo di viaggiare utile anche per la gente di campagna oggi è visitare città o paesi che piacciono. Non sempre e solo Firenze o Roma  o Venezia, ma anche città meno affollate da turisti come Verona o Bologna e magari Ferrara e Parma  o ancora Perugia, e così via. A viaggiare bene si impara comunque con il tempo e con l'età. In ogni modo abitare nei piccoli paesi significa avere maggiore fiducia verso le persone che ci circondano , siano essi parenti o meno. Inoltre bisognerebbe ridare un significato un po' diverso alla vita paesana, mi sembra ovvio. Fino agli anni '30 del secolo scorso,  la vita di un paese di campagna o di montagna si ispirava a un'idea di unità nella "conformità". Nella realtà odierna si dovrebbe puntare invece a un' unità su quello che è più necessario, garantendo una margine di libertà  a quello che invece lo è meno. Quello che dico, indubbiamente ognuno può interpretarlo come crede.
Resta il fatto che chi non è più convinto di vivere nel paesello perché si sente un po' sacrificato, potrebbe andarsene,  specialmente se giovane di età. Senza tagliare definitivamente i ponti con il paese di origine, ma piuttosto tornare ogni tanto!

sabato 20 settembre 2014

Conoscere gli animali

Intanto noi umani nemmeno oggi conosciamo bene gli animali: addirittura li conosciamo meno bene dei nostri antenati vissuti nei secoli passati, che perlomeno sapevano identificarli meglio di noi e ne conoscevano in linea generale le caratteristiche o la pericolosità. Tuttavia,i nostri progenitori quando parlavano del comportamento di molti animali raccontavano cose lontane dal vero. questo poteva valere sia per gli animali domestici che quelli selvatici. Ad esempio si esaltava troppo la fedeltà del cane, raccontando episodi che forse erano lontani dalla realtà. Si diceva che le mucche vedevano le  cose in grande, nemmeno questo è del tutto vero. Si raccontava che l' orbettino, la "scigorbula", fosse un'animale molto pericoloso, mentre questo piccolo rettile e del tutto innocuo, non ha veleni. Sono sempre state esagerate le imprese di orsi e lupi che negli ultimi quattro o cinque secoli di "uomini" ne hanno uccisi pochissimi. Di questi tempi se non conosciamo gli animali è perché non ci interessa conoscerli o ci infastidiscono. Se invece vogliamo capirli e ci interessano, dovremmo cominciare a osservarli e capirne il loro linguaggio. Tutti gli animali hanno un loro linguaggio che usano per comunicare con i loro simili, ma anche con noi umani. Sarebbe lungo parlare di questo argomento. In effetti il linguaggio degli animali può variare a seconda delle situazioni e delle necessità. La cose certa è che il linguaggi animali non sono fatto di parole, ma sono costituito in larga parte di atteggiamenti, di posture o di "versi". Per sempio i cavalli nitriscono o scalpitano, i gatti soffiano, fanno la gobba o le fusa, i cani mostrano i denti e altro ancora. Io sono convinto che il mondo animale meriti di essere conosciuto meglio, perché, comunque per varie ragioni fa parte della nostra vita.

mercoledì 17 settembre 2014

Annus horribilis

Il 2014 sarà ricordato da qualcuno come Annus Horribilis per l'estate senza sole e di continue piogge e temporali, con temperature al di sotto delle medie stagionali. Ma l'anno non è ancora finito: stiamo a vedere che tempo farà fino al 31 dicembre, mancano ancora più tre mesi alla fine dell'anno. Più che mai siamo nelle "mani" del tempo... speriamo in bene. Per me i due "Annus horribilis" sono stati il 1983 e il 1987, anni in cui ci furono due frane "epocali" che fecero diverse vittime. Quel 22 maggio 1983 verso le dieci passai proprio lì con la mia automobile, ero diretto a Sondrio per un avvenimento famigliare. Quando arrivai a Tresenda trovai la strada sbarrata da una piccola frana. era un avvertimento del pericolo... della sciagura che sarebbe capitata due ore dopo: un'enorme frana che avrebbe travolto una parte del paese provocando  poco meno di dieci vittime. Almeno due famiglie distrutte. Una grande pena per noi tutti. L'estate 1987 ancora peggiore una frana ancora più grande dalle parti di Bormio. Più di due mesi di ansie. Si temeva di perdere la casa! Ma non solo quello.
Per i nostri genitori, i nostri nonni, gli "Annus Horribilis", gli anni "terribili", sono stati più di uno: quelli delle due guerre mondiali. Quello che abbiamo provato noi oggi, in fondo può sembrare poco a confronto. Mi fermo qua!!

mercoledì 10 settembre 2014

Vita in Famiglia

Fare i nonni:

Fare, i nonni è per uomini e donne della terza età di oggi, quasi un dovere, mentre per i bambini della mia generazione era quasi un obbligo andare in visita dai nonni, almeno una volta alla settimana . I nonni volevano vederci e coccolarci un po'. A quei tempi nei piccoli paesi di campagna il rapporto tra nonno nipote si basava sul rispetto della persona anziana: questo obbligava i bambini a dare del voi ai loro avi. Invece si dava del tu ai genitori e gli zii. Ora il rapporto nonni-nipoti è più "rilassato", non così rigido e formale insomma.
Questo non significa che fare il nonno o la nonna sia  più facile: il fatto è che anche a fare il nonno bisogna essere capaci e cercare di metterci buona volontà e soprattutto affetto. Da ragazzi non si capisce bene cosa siano le regole prestabilite, però si capisce quando una persona adulta o anziana tratta con rispetto e con attenzione. I bambini hanno bisogno di un minimo di autonomia nel prendere le loro decisioni e hanno una loro logica. A volte ance loro hanno bisogno anche di una guida o di suggerimenti dei momenti in cui sono in difficoltà, anche questo è da tenere presente.
I nonni non devono però essere dei baby-sitter a tutti i costi, specialmente se sono giovani oppure anche già un  po' anziani. Anche loro hanno diritto a dei momenti di vita personale... i loro momenti. Io ha avuto un solo nonno, lo chiamavamo "nonno Toni", Antonio era il suo nome. Come nonno è stato bravissimo con me: Tra l'altro, io ero il suo primo nipotino. In tutto ha avuto sei nipoti, da due figli, quattro maschi e due bambine. Questo nonno era però un po' speciale bisogna dirlo, aveva una grande vitalità, un senso dell'umorismo unico, soprattutto sapeva capire al volo le persone grandi e piccole.

martedì 2 settembre 2014

Come ho già detto dei cento castelli della provincia di Sondrio sono stati praticamente tutti demoliti.  Siè salvato solo quello della città di Sondrio: non gode però di una grandissima popolarità tra  la popolazione della provincia. Probabilmente questo è dovuto al fatto che l'edificio non ha avuto un ruolo importante negli ultimi due o tre secoli. E' stato di volta in volta una caserma o ha ospitato gli uffici del distretto militare e così via. Ancora oggi castelli molto vecchi sono in buone condizioni soprattutto quando sono proprietà di una famiglia oppure sono diventati proprietà pubblica. Qui in provincia di Sondrio però a volte sono stati rimessi in ordine le mura dei castelli già demoliti nei secoli passati. A volte è stato fatto un lavoro sui pochi muri che restavano, una cosa più che doverosa. Tuttavia questo lavoro doveva forse essere continuato con ricerche archeologiche all'interno del "perimetro" del vecchio castello. In diversi casi penso sia ancora da fare. Il problema è il solito... mancano i finanziamenti per un tipo di lavoro  come questo.
I giovani più sensibili che fanno parte delle pro-loco potrebbero farsi carico di questa "incombenza". Ogni comune dovrebbe impegnarsi su uno studio della storia locale, in modo serio.